La nostra storia



La storia dell’Audi inizia grazie ad August Horch, un ingegnere tedesco che nel 1899 fonda un’azienda automobilistica che porta il suo nome. La società cresce sempre di più ma August si ritrova sempre più isolato dal consiglio di amministrazione per via delle elevate spese da lui sostenute nel campo “ricerca e sviluppo”. Nel 1909 Horch si mette in proprio: inizialmente pensa di utilizzare nuovamente il proprio cognome ma dopo aver perso una causa civile (il marchio Horch è registrato) contro i dirigenti della sua vecchia azienda decide di usare il termine “audi” (traduzione latina di “ascolta”, “horch” in tedesco). La prima Audi della storia – la Typ A – nasce nel 1910: monta un motore 2.6 a benzina da 22 CV e condivide molti elementi con la Horch 10PS. Le vetture del brand tedesco ottengono subito un grande successo: merito della qualità dei prodotti e anche delle vittorie sportive: tra il 1912 e il 1914 la Typ C si aggiudica tre edizioni consecutive della Österreichische Alpenfahrt. Durante la Prima Guerra Mondiale la produzione viene riservata ai vertici militari dell’Impero Germanico. La fine della Prima Guerra Mondiale è uno dei periodi peggiori per l’Audi: i nuovi modelli fanno flop e il marchio tedesco si ritrova costretto a dichiarare bancarotta nel 1927. L’Audi viene acquistata dalla DKW nel 1928 ma anche quest’ultima azienda va in crisi in seguito al crollo di Wall Street nel 1929. Nel 1932 nasce l’Auto Union: un gruppo automobilistico che comprende – oltre a DKW e Audi – la Horch e la Wanderer. L’Audi, che rappresenta il brand più prestigioso di questo colosso, rimane con un solo modello in listino – la Typ UW Front a trazione anteriore – ma neanche lei riesce a risollevare le vendite. La vettura, considerata troppo innovativa per l’epoca, viene rimpiazzata nel 1938 dalla più tradizionale 920: la carriera di questo modello – e dell’intera Audi – termina anzitempo per via dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il marchio Audi viene utilizzato nuovamente solo nel 1965: il merito va al Gruppo Volkswagen, che l’anno prima rileva l’Auto Union dalla Daimler-Benz (proprietaria del colosso tedesco dal 1958). Al Salone di Parigi viene svelata la 72, al prima vettura dei quattro anelli del nuovo corso: non è altro che una DKW F 102 dotata di un motore 1.7 a quattro tempi (anziché a due) da 72 CV. La vera svolta per l’Audi arriva però nel 1968 (con il lancio dell’ammiraglia 100) e nel 1972 con la 80: una berlina che l’anno seguente si aggiudica il prestigioso premio di Auto dell’Anno. La piccola 50 del 1974 anticipa invece le forme della Volkswagen Polo. La Casa dei quattro anelli ha bisogno di modificare la propria immagine, all’epoca troppo conservatrice, e per questa ragione nel 1980 lancia la Quattro: una coupé a trazione integrale che tra il 1982 e il 1984 conquista quattro Mondiali Rally (due Piloti – con Hannu Mikkola e Stig Blomqvist – e due Marche). La scelta – all’epoca innovativa – di proporre le quattro motrici su vetture diverse dalle fuoristrada si rivela azzeccata per l’Audi, che ancora oggi battezza con la sigla quattro tutti i suoi veicoli 4WD. Nel 1983 la terza generazione dell’ammiraglia 100 diventa Auto dell’Anno mentre per tutta la seconda metà degli anni Ottanta si assiste al tentativo (pienamente riuscito) della Casa tedesca di competere con BMW e Mercedes, culminato con la prestigiosa V8 del 1990. Intorno alla metà degli anni Novanta l’Audi decide di puntare sull’innovazione per sfidare la concorrenza: l’ammiraglia A8 è la prima auto di grande serie dotata di un telaio in alluminio (materiale usato nel 1999 anche per la piccola monovolume A2). Tra gli altri modelli che contribuiscono ad incrementare le vendite segnaliamo la berlina A4 del 1994, la compatta A3 del 1996 e la sportiva TT del 1998. Il XXI secolo vede Audi offrire una gamma sempre più completa di prodotti e una serie di tecnologie d’avanguardia come i motori ad iniezione diretta di benzina, il cambio a doppia frizione S tronic e le luci a LED. Da non sottovalutare, infine, i successi sportivi alla 24 Ore di Le Mans (12 vittorie tra il 2000 e il 2013) ottenuti con vetture benzina, turbodiesel e ibride e i nove titoli (sei Piloti e tre Costruttori) nel campionato turismo tedesco DTM tra il 2002 e il 2011.